Sesta Stagione, periodico divulgativo dedicato alle strategie gestionali di accoglienza di strutture sociosanitarie ha intervistato il Presidente ed Amministratore Delegato del Gruppo La Villa, Dott. Carlo Iuculano, per conoscere il futuro delle Rsa e le prospettive del Gruppo; con uno spazio alla gestione dell’emergenza Covid nelle singole realtà.
Una riflessione a 360° partita dal 1992, anno di fondazione del Gruppo La Villa declinata ben presto verso i nuovi progetti e le nuove realizzazioni in cantiere.
Il futuro delle Rsa, reale sostegno alle categorie fragili
Le Residenze Sanitarie per Anziani devono ritagliarsi un nuovo spazio nel panorama dell’assistenza. Ce lo dimostra la storia recente, dove la debolezza dell’intero comparto socio-sanitario ha portato ad una riorganizzazione interna delle infrastrutture e ad un nuovo assetto che fosse in grado di proteggere le categorie fragili e dare loro un futuro nel medio e lungo periodo. L’Amministratore Delegato del Gruppo La Villa si è soffermato su questo aspetto, sulla mission delle RSA: riuscire a far sì che si concepiscano luoghi in cui l’anziano non soltanto possa sentirsi protetto, ma dove possa continuare a mantenere un sistema di vita e piacevole e adeguato. In altre parole, sicurezza e qualità di vita.
Socialità e attenzione verso i bisogni della persona
Non solo progetti e nuove residenze, perché la dimensione delle RSA non può privarsi della socialità e deve tener conto necessariamente dei bisogni della persona. L’emergenza sanitaria cui tutti stiamo andando incontro porta con sé una doverosa riflessione su un diverso modo di concepire le Residenze Sanitarie per Anziani nel futuro prossimo, basato sull’attenzione e su una nuova forma di sensibilità.
“Non è pensabile ad esempio che, una volta entrato in RSA, l’ospite non possa più vedere nessuno. Bisogna trovare una soluzione che consenta agli anziani di mantenere un contatto vitale – con la famiglia, con il modo esterno, con il territorio – proprio perché la RSA continui ad essere un luogo di vita”.
Carlo Iuculano ha evidenziato infatti due possibili sviluppi delle RSA: il primo legato ad una evoluzione verso la sanitarizzazione delle strutture, con una specializzazione nella cura e nell’assistenza medica. Il secondo, al nuovo concetto di social housing più noto all’estero come senior living, in cui l’anziano autosufficiente vive all’interno di una comunità di coetanei all’insegne dell’indipendenza tra attività ricreative, culturali o di stimolazione.
Come?
“Attraverso l’investimento in nuove realizzazioni, non ristrutturando vecchie strutture ma costruendone di nuove (…) perché solo così crediamo di poter garantire residenze veramente belle per i nostri anziani, sia da un punto di vista della piacevolezza e della qualità di vita, sia da quello logistico e funzionale“.