ARCHIVIO EDOS UNA VITA DA RACCONTARE

Giuseppe Bronetti

Come scegliere tra tante feste di Natale quella più bella? Per Giuseppe è una questione di cuore, ed i suoi ricordi sulla festività più attesa dell’anno ricadono a qualche anno fa, non all’infanzia. Il ricordo di Giuseppe è legato al matrimonio di suo figlio, a quando 5 anni fa ha potuto assistere all’evento che forse lo ha coinvolto di più in tutta la sua vita.

L’emozione legata ai figli

Giuseppe ci insegna che ad un momento segnante deve essere legata la buona compagnia con la quale poterlo condividere. La dimostrazione di ciò è racchiusa nel suo saluto, semplice e spontaneo dove riassume l’emozione legata ad una giornata importante che non dimenticherà mai.

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Giuseppina Lamborizio

Giuseppina ci porta direttamente a casa sua, con un racconto molto dettagliato che descrive l’importanza della convivialità in famiglia tra i parenti più stretti per mantenere l’intimità della festa. Il Cappone ed i Cappelletti erano i principi della tavola, senza distrazioni come a voler rispettare la sacralità del giorno più magico dell’anno.

Una storia di altri tempi, di chi il Natale non lo viveva come una celebrazione del materialismo, ma come un momento per riunirsi, aperto a pochi. I più vicini. Un Natale che non è stato mai associato al ricordo dello scambio di ricchi doni e alberi addobbati.

Un Natale in intimità

Le Storie spontanee dei nostri Anziani sono ognuna la fotografia di un nucleo familiare, di un territorio, di una tradizione talvolta rivisitata, ma pur sempre mantenuta e rispettata. Ognuno porta con sé il ricordo legato alla propria famiglia, alle proprie origini ed attraverso la diversità di ciascuno ci aiuta ad aprire una finestra su un mondo ormai lontano, per molti di noi forse sconosciuto.

Ne è esempio Giuseppina, che tornando indietro nel tempo ci racconta un Natale tra pochi intimi, ma con molto affetto. Un Natale di altri tempi.

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Ilde Tavacca

Quale Natale scegliere tra i più belli ad 84 anni? Il Natale in compagnia dei nonni, il più semplice dove tutta la famiglia era riunita a tavola in trepidante attesa del cestino di pane con la mela.

Il Natale dell’infanzia di Ilde scorre veloce nel tempo, con il profumo del pane cotto in forno che ci entra in casa. Ricordi e tradizioni di un tempo che scandivano i giorni che precedevano la festività nelle case delle famiglie, scoperti attraverso i racconti del nostri Anziani.

Il Natale di ieri

Ilde racconta un Natale lontano, fatto di semplicità e spensieratezza, dove tutto era diverso e accontentarsi era facile con il sorriso e la franchezza di chi può lasciare un messaggio ai più giovani. Il suo video è un momento per pensare ai nostri giorni, alle abitudini imposte dalla modernità che ci porta ad avere molte più cose di quelle che aveva la vecchia generazione, e a ciò che di più prezioso sarebbe importante avere durante le festività.

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Carla Boidi

Come si faceva l’albero di Natale negli anni Cinquanta? Ce le racconta Carla, con la storia del suo Natale d’infanzia. Una casa innevata, una delle poche con la stufa all’interno, lusso che in pochi potevano permettersi, ma dove le piccole cose erano gli elementi perfetti per un Natale sereno.

L’albero di Natale si sa, talvolta diventa un elemento di arredo, una scusa per colorare l’ambiente ed avere un un’aura magica che avvolge tutta la casa per raccogliere i regali di grandi e piccini, ma non per Carla, che lo addobbava con cura seguendo gli addobbi di un tempo.

Un Natale di quando ero giovane

Nella casa di Carla non usavano le palline, ma tante cose buone da mangiare. L’albero era abbellito dalle statuine di zucchero, dagli Agnolotti cucinati nei giorni che che precedevano la veglia e che venivano mangiati in famiglia, scaldati dalla stufa a legna, ma soprattutto dal buon brodo che accompagnava il piatto forte della tavola di Natale.

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Bruna Contini

Come si trascorreva il Natale qualche anno fa? In una tavola, tutti insieme con la famiglia riunita, nel caso di Bruna tantissime persone, per una giornata trascorsa a scambiarsi i regali e a mangiare.. anche troppo!

Un Natale pieno di sentimento, un momento di festa da trascorrere in compagnia di nipoti e figli riuniti insieme intorno ad una tavola imbandita. Parte da qui il racconto della nostra Ospite, che ci spiega in poche parole l’evoluzione del giorno di Natale negli anni è dei pensieri destinati ai più giovani.

Il gioco della Tombola, una tradizione ancora presente

Bruna ci lascia immaginare una grande tavolata tra cartelle della tombola preparate a mano e fagioli, segna numeri di un tempo che ancora oggi i più fortunati possono aver provato grazie alla presenza dei nonni. Un mondo per noi lontano, ma solo nel tempo perché ancora vive le tradizioni che nella maggior parte della case vengono portate avanti dalle nuove generazioni.

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Maria Valsecchi

Il Natale, sinonimo della riunione della famiglia, di un’intera giornata insieme tra pranzo è partite a tombola. Nella famiglia di Maria è associato al ricordo della condivisione, con undici persone insieme che trascorrevano momenti di gioia fino alla mezzanotte… perché insieme si rimaneva anche l’indomani, al solo scopo di continuare la festa.

Tutta la semplicità di una festa tradizionale raccontata dal sorriso di chi ha sempre tenuto la porta di casa aperta e ha saputo fare della compagnia e del Pollo Arrosto l’arma in più di un Natale felice è spensierato.

Il Natale di ieri

Ma cosa si mangiava a casa di Maria? Il Pollo Arrosto e non certo il Cappone come ci tiene a sottolineare nel dettagliato racconto del menù del giorno della festa. Un video molto simpatico di come veniva visto il Natale che sapeva rinunciare ad un piatto della tradizione, il noto Capù nel dialetto bergamasco, ma non al piacere dello stare insieme.

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Alberto Tussi

Come era un tempo il Natale? Diverso, perché sentito e trascorso in compagnia dei familiari. Con l’evoluzione che stiamo vivendo sono cambiate molte cose. Le parole del nostro Alberto sono un monito per le nuove generazioni, per noi tutti che alle prese con un mondo nuovo.

Il ricordo vivido della grande attesa, le aspettative ed i regali di tanti anni fa. Un Natale fatto di semplicità, di condivisione e momenti trascorsi in compagnia delle storie dei nonni che oggi ha un significato diverso, ma sempre molto forte.

Il Natale di oggi, i ricordi di un tempo

Il contributo di Alberto è una considerazione trasparente della differenza tra le festività vissute in passato e i giorni nostri. La voce di un Ospite che apre ad una necessaria riflessione da parte di tutti noi, e che soltanto attraverso un ponte tra la nostra e la vecchia generazione possiamo ricoprire nel suo sapore più tradizionale, nella semplicità perduta.

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Maria Addolorata Gargarella

“A dicembre succede che arriva il Natale e arriva il Bambino..”. Parte da qui la Storia di Maria Addolorata, con una precisazione, prima di raccontare i dettagli del pranzo di Natale. Un pranzo che permetteva al  nucleo famigliare più intimo di riunirsi, che si occupava di servire a tutta la famiglia allargata in occasione della grande festa.

Spontaneità d’altri tempi

Maria Addolorata è l’esempio perfetto della spontaneità d’altri tempi, come i tanti ricordi che ci ha raccontato al di fuori del video. Un esempio? Come nascevano le tante cose da mangiare che ci descrive nella sua storia, tra cui le frittelle per i 7 commensali presenti il giorno di Natale; o la preparazione del pranzo, dopo aver raccolto frutta e verdura nella campagna di famiglia, compito suo e della Madre, mentre il padre si occupava degli animali della fattoria.

Una giornata in cui tutti avevano un compito ben preciso prima di sedersi a tavola, che Maria Addolorata racconta con grande orgoglio. Un modello familiare che l’ha guidata per tutta la vita e grazie al quale ha fatto suoi i preziosi insegnamenti tramandati nel tempo ai suoi figli e ai suoi nipoti.

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Graziella Villani

Ripercorrere tutti i momenti di un Natale di 80 anni fa non è semplice, soprattutto se ricco di dettagli e aneddoti legati alla preparazione del Cardone in Brodo, e a tanti altri piatti tradizionali. Eppure per la nostra Graziella lo èe, perché ancora vivo il ricordo della famiglia riunita e dei valori conservati nel giorno più bello dell’anno.

Cardone in Brodo, crespelle e tanta simpatia

Graziella ci descrive il suo Natale in famiglia e ci porta direttamente nell’antica cucina di sua madre, dove attraverso le sue parole ci perdiamo tra i profumi del Cardone in Brodo e delle crespelle fritte. Un simpatico racconto ricco di significato, un video coinvolgente dove riscopriamo il valore della famiglia, del territorio e l’abbondanza di un Menù tradizionale.

E proprio Graziella, tra una ripresa e qualche momento per ripensare alla sua infanzia ci svela con gli occhi colmi di gioia i momenti che trascorreva in cucina preparando con sua mamma le Crespelle, il tipico dolce abruzzese che aveva il compito di cuocere e servire a tutti commensali durante la Cena di Natale.

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Ilde Tavacca

Quale potrebbe essere il ricordo più vivido di un Carnevale d’infanzia? Quello di Oristano, legato ad un antico gioco equestre sinonimo di folklore e tradizione.

Ebbene si, l’aneddoto della Sig.ra Ilde ci proietta nei colori di una festa sarda, dalle origini sconosciute: la Sartiglia, conosciuta come corsa alla stella organizzata ad Oristano dove non esiste Carnevale senza questa festa. Una manifestazione particolarmente apprezzata non soltanto in Sardegna, perchè capace di coniugare lontane usanze mai perdute con il fascino di un gioco originale.

La Sartiglia di Oristano: un antico gioco equestre

Ilde ci proietta sul campo battuto dai cavalieri nella settimana che accompagna tutto il periodo carnevalesco di Oristano. Colori e suoni che possiamo immaginare grazie alla memoria della nostre Ospite che ci fa conoscere da Alessandria un gioco della distante Sardegna. Un  racconto che non ti aspetti, che non si sofferma sui vestiti e sulle maschere, sulle domeniche al parco con la famiglia o della stoffe rispolverate dai bauli per preparare i costumi ai nipoti.

Un racconto diverso, affascinante e ricco di significato. Esempio di come le tradizioni rivestano ancora oggi grande importanza nei nostri Anziani e di come possano essere vissute anche attraverso un ricordo d’infanzia.

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Maria Bosco

La Sig.ra Maria, con un po’ di timidezza iniziale si scoglie per dare vita al racconto di un menù pasquale creato sul momento. Un racconto divertente, di una Signora inizialmente mite che trova la voglia di aprirsi alle domande della nostra Operatrice sui piatti forti della sua cucina!

L’Anitra all’Arancia fatta al forno, come la chiama lei è infatti soltanto il primo di una lunga serie di piatti che nascono dal suo estro ai fornelli!

Pasqua in cucina? Parola alla Sig.ra Maria

Pasqua in Cucina, tra forno e fornelli dove poter dare sfogo alla fantasia e all’estro per una domenica in Famiglia. La Sig.ra Maria, 92 anni con la lucidità di una ragazza ci svela i suoi piatti forti, variati di anno in anno. Ebbene si, perché dall’Anitra all’Arancia che sembrava essere l’unica preparazione, la nostra Ospite sollecitata dalle domande risponde con un ventaglio di piatti e soprattutto dolci della tradizione!

Agnolotti, Colomba e Uova secondo l’estro, perché Maria ci insegna che la Pasqua è anche fantasia e improvvisazione. Ciò che conta è avere sempre la famiglia accanto, che si cucini o che si sia Ospiti!

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Angelo Galfano

Dal Giovedì Santo, alla Santa Pasqua, in compagnia della famiglia e dei compaesani, come da tradizione. Il racconto del Sig. Angelo ci riporta indietro nel tempo, in un’epoca che ormai non esiste più, in cui le Feste erano partecipate da tutti. Gli affetti più cari e i vicini, nella Chiesa di paese e per le strade in Processione.

Il Giovedì Santo, in attesa della Santa Pasqua

Angelo, un giovanotto di 74 anni racconta la sua infanzia con il sorriso. La Processione, vestito da angioletto in compagnia dei parrocchiani, senza poter dimenticare la Via Crucis in attesa della domenica. Tutti riuniti, rigorosamente nel rispetto del menù tradizionale con agnello, pasta al forno ed una buona Colomba artigianale, preparata nei forni di un tempo, quando non esistevano varianti e il profumo delle botteghe arrivava direttamente  in tavola.

Angelo è un esempio di vitalità, di chi non ha voluto abbandonare i ricordi e li conserva con gioia. Un esempio di semplicità unico che tiene viva la nostra memoria e ci aiuta a riscoprire il significato della Pasqua tradizionale.

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