Fare animazione in una RSA non è certamente un’attività improvvisata. Alle spalle di questa professione e c’è studio, preparazione, programmazione e analisi delle singolarità.
Come diventare Animatore Sociale?
Per questo il percorso per diventare animatore “sociale” è piuttosto complesso, poiché vengono richieste non solo amore per la professione e particolarità caratteriali, ma anche anni di studi – attraverso corsi privati o pubblici, indetti dalle singole regioni e comuni – fino all’aggiornamento professionale continuo in base alle novità che le tecniche sperimentali portano con sé.
Emozione, riscoperta di sé, rallentamento del decorso patologico; il tutto attraverso un aiuto professionale: sono questi i piccoli ma grandi traguardi che un’attività come l’animazione, e le sue mille varianti, apportano a chi vive in RSA, ai pazienti geriatrici o con problematiche cognitive.
La quotidianità in Struttura
Le strutture del Gruppo La Villa dedicano un’attenzione particolare a questa frontiera di cura, che grazie agli sviluppi e alla crescente considerazione da parte delle istituzioni, promette di diventare un porto sempre più sicuro. La quotidianità, nelle 25 strutture tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, prevede programmi ricreativi ricchissimi, sempre speciali e seguiti da figure specializzate, come il “Progetto Giardino”, che si tiene presso RSA Alfieri, di Camaiore e ispirato all’ortoterapia, o il progetto “Lavanderia”.
Ma questa è solo una serie di esempi, perché le attività sono tante e davvero variegate: laboratori di pittura, cucina, cucito, lavorazione della creta – che intrattengono e sostengono gli ospiti del Gruppo ogni giorno. Un mosaico di piccole ma grandi azioni quotidiane per curare sé stessi, l’ambiente di vita, ritrovando la voglia di stare insieme.